Un NO al “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”

Lupi quasi triplicati sulle Alpi dal 2015.

Riceviamo; “La speranza è che non superi il vaglio della Conferenza Stato-Regione perché il nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” non risponde per niente alle legittime esigenze degli agricoltori e degli allevatori che continuano a vedere campi devastati e capi di bestiame sbranati.

Secondo il Ministero dell’ambiente, i lupi non sono così pericolosi da necessitare un’azione specifica dedicata alle deroghe, ma forse non ha chiara la situazione sul territorio. Dal nuovo piano emerge che si punta al monitoraggio di questo predatore, attraverso il supporto tecnico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra): siamo tutti d’accordo su questo punto, ma non basta certo a risolvere i gravi problemi causati dal lupi.  Così come non bastano gli altri provvedimenti proposti dal ministro Costa.

Secondo il documento di 55 pagine, redatto dopo diverse consultazioni con Regioni, Province, Ispra e portatori di interesse, la stima della distribuzione della popolazione di lupo sulle Alpi aumentata a 293 individui rispetto ai 100-130 indicati nel 2015, mentre sugli Appennini la stima è confermata in 1.580 animali in media con i valori compresi tra 1.070 e 2.472. In Italia è presente circa il 9-10% della consistenza del lupo a livello europeo (tolta la Russia) e il 17-18% a livello comunitario. In sostanza, è quasi triplicata in tre anni la presenza dei lupi sulle Alpi. Questi dati avrebbero dovuto far scattare un campanello d’allarme, ma così non è stato”

Lo dichiara Barbara Mazzali, consigliere di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia.
 

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