VALCAMONICA, APPELLO DEI SINDACI CONTRO GLI AFFIDAMENTI A PRIVATI

I nostri vicini non vogliono “la trasformazione della natura dell’acqua da diritto a merce” (ci possono però essere soluzioni alla valtellinese)

Ciclo idrico integrato a forte valenza politica in Valcamonica dove i sindaci di vari comuni (Ceto, Ossimo, Cimbergo e Malegno) hanno sollecitato nei giorni scorsi l’intervento del Governo, con una missiva inviata alle più alte cariche del Paese: dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai presidenti del Senato e della Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti, ai presidenti delle commissioni «Territorio, Ambiente, Beni ambientali» del Senato ed «Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici» della Camera e al presidente della Corte dei Conti.

«Vogliamo porre alla Vostra attenzione e a quella della pubblica opinione - scrivono i sindaci - la difficile situazione che si sta venendo a creare per le nostre Comunità in tema di gestione dell’acqua. Condividiamo il fatto che il ciclo idrico debba essere sottoposto ad una gestione integrata che dia impulso alla pratica, finora poco attuata, della depurazione sistematica delle acque utilizzate per usi civili (...) ma siamo fortemente convinti che, ancor prima che una risorsa, l’acqua sia un diritto universale, e perciò che la garanzia per l’accesso a questo diritto debba essere saldamente nelle mani delle Istituzioni. Il processo di "privatizzazione" che si sta cercando di introdurre attraverso la partecipazione dei privati nelle società di gestione del servizio idrico porta direttamente alla trasformazione della natura dell’acqua da diritto a merce».

«L’acqua - proseguono i sindaci - va gestita dai cittadini attraverso le Istituzioni, anche in forma associata: occorre però che la definizione degli ambiti in cui gestire la risorsa idrica sia fatta davvero per criteri di omogeneità. Omogeneità geografica, idrografica, storica e culturale. È necessario ad esempio, per quanto ci riguarda, che sia tenuto in debito conto il particolare rapporto dei comuni montani con l’acqua».

«Se assisteremo ad un esproprio di competenza, di esperienza, di storia e ad un esproprio economico vero e proprio, a favore di soggetti privati e ad aumenti tariffari del 25% - concludono -, non sarà facile smontare la crescente impressione che la Valcamonica così ricca d’acqua sia stata ancora una volta usata come terra di conquista».

Quindici - Federutility

Il discorso sarebbe ampio. Precisiamo però che ci possono essere soluzioni alla valtellinese - ndr

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