Diga USA a rischio. Le nostre 47 no. E gli USA in fatto di sicurezza ci copino...

Le notizie che vengono da Oroville, cittadina della California, hanno evidentemente dato spunto a interrogativi riferiti alle nostre dighe che comunque non hanno né capo né coda come andremo a dimostrare.
Innanzitutto vediamo la diga americana che è la più alta negli USA (234,7 metri), il che significa che alla base c'è, per così dire, una pressione di oltre 230 tonnellate per metro quadrato. L'evacuazione nelle tre contee circostanti ha riguardato quasi 200mila persone ed è stata motivata dal Governatore della California dal pericolo rappresentato da una crepa nello sfioratore sulla quale otto elicotteri stanno gettando pietre per cercare di riempirla. Dalle confuse notizie pare di trarre questa sintesi, Tanta acqua, livello del lago alzato sino al massimo, apertura di uno sfioratore di emergenza (sostanzialmente un canale mai utilizzato in queste decine di anni). Ipotesi accreditata quella di una corrosione, la quale non cade dal cielo. Fosse così la negligenza in fatto di controlli e di manutenzione sarebbe massima.

I segnali sulle case di Busteggia durante la guerra
Prima conclusione: niente di simile, di pur lontanamente simile per quanto riguarda le nostre dighe. Anzi è l'occasione per sfatare qualche voce di ventilata preoccupazione per eventuali attentati. Per scrupolo, e per tranquillizzare la popolazione nel 1944 intorno a Busteggia, allo sbocco del torrente Venina, furono pitturati dei particolare segnali. Un cerchio e, all'interno, un punto esclamativo. Erano le case da abbandonare al suono della sirena se ci fosse stato un pericolo per la rottura delle dighe Venina o Scais. La sirena suonò perchè i guardiani delle dighe si erano spaventati all'arrivo di gente armata e in borghese. In realtà erano innocui partigiani. Sintomatica la reazione della gente residente nelle case al sibilo della sirena e dunque a ipotetico rischio ma ben conoscitrice delle soprastanti dighe: un'alzata di spalle e basta.

Dighe indistruttibili
E' pressocchè impossibile distruggere una diga. Vaiont e Frejus furono, sul piano tecnico, vittime dei geologi che però, rispetto ad allora hanno fatto passi da gigante. La diga nel primo caso ha resistito a una forza immane. La diga nel secondo caso aveva resistito fin che ha potuto persino alla torsione pur non essendo questa calcolata,  e giustamente, C'è un solo esempio diverso, La riuscita “Operazione Chastise”, inglese, contro dighe tedesche ma ce ne volle!. Un'operazione infatti pianificata nei dettagli con l'uso di bombe “rimbalzanti” che avevano visto la totale incredulità dei vertici militari. C'era da superare le reti antisiluro e un contestatissimo ingegnere pensò di farlo ricorrendo a quel giochino che tutti abbiamo fatto lanciando sassi piatti per farli scivolare sull'acqua. Forma della bomba un cilindro di circa un metro e diamento 1,27 cm. Furono 19 gli aerei a disposizione, tornati solo 8, che dovevano volare a una quota di 18 metri a 354 km/h lanciando le bombe a una distanza compresa tra i 366 e i 421 metri. Accuratissima scelta degli equipaggi. Gravissime le perdite ma l'operazione fu coronata da successo.
Ci voleva, oltre che un progettista geniale, il superamento di moleplici problemi per far arrivare gli aerei  quella quota, a quella velocità con lo sgancio a quella distanza. L'imponenza dell'operazione la dice quindi lunga sulla sostanziale intangibilità delle nostre dighe che comunque non per questo debbono vedere allentati i controlli.

Situazione provinciale
Ecco  serbatoi, vasche e traverse sopra i 5 milioni di mc sono;
Cancano 123,100 – Campomoro 10.600 - Alpe Gera 65.500 – S. Giacomo Fraele - 64.400 - Frera 50 - Montespluga 32.449 - Truzzo 21,3 - Venina 11.220 – Scais 9.060 - Trona - 5.270 – Publino 5 -
Sotto i 6 milioni 36, Inoltre i serbatoi a cavallo delle Alpi che sono:
a) Versante italiano in CH: Albigna 70 – Bianco 18 – Poschiavo 16 – Palù 6
b) Versante svizzero in Italia: Val di Lei 197 - Livigno 64

Tecnicamente possiamo dare lezioni agli altri Paesi
Dopo il Gleno – 1.12.1923 – lo Stato si dette un'organizzazione tale per cui fu presa a modello in parecchi Stati. Per progettazione, per realizzazione, per controlli, per responsabilità e sorse è bene che gli Stati Uniti ci copino...

Situazione dunque tranquilla in provincia, ferme restando ovviamente le nostre rivendicazioni per le acque.
f.

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