VAL POLA: DOPO UN ANNO DALL'INIZIO DEI LAVORI COMPLETATA LA PRIMA FASE. TUTTO BENE

L'assessore provinciale Sertori: "Rispettato il cronoprogramma, ancora tre anni per finire" - Nota aggiunta (a proposito di certe critiche)

Un anno esatto per terminare la prima fase dei lavori di riqualificazione dell'area interessata dalla frana del monte Coppetto, perfettamente in linea con il cronoprogramma a suo tempo definito. L'intervento in Val Pola, 27 milioni di euro a base d'asta, che costerà alla Provincia poco più di 12 grazie al cospicuo ribasso dell'impresa vincitrice dell'appalto, prosegue a pieno ritmo nel rispetto di quanto previsto dal capitolato e in piena sicurezza, anche perché, come prescritto, i cosiddetti 'oneri per la sicurezza' non sono oggetto di ribasso. Sono attualmente una trentina gli operai al lavoro, impegnati in opere di movimento terra, ma nei prossimi mesi diventeranno 50 offrendo uno sbocco occupazionale importante in una fase di crisi qual è quella che stiamo attraversando. "Al di là dell'utilità pubblica di un'opera fondamentale per la sicurezza dell'Alta Valle - sottolinea l'assessore ai Lavori Pubblici Massimo Sertori - vorrei sottolineare le ricadute sul mercato dell'edilizia che alla ripresa primaverile paleserà tutte le sue difficoltà. I lavori pubblici generano lavoro e hanno ricadute positive sull'indotto sopperendo alla sofferenza del mercato immobiliare, per questo, come Provincia, consapevoli dei problemi delle nostre imprese stiamo accelerando la cantierizzazione delle opere già finanziate".

Il progetto per la riqualificazione della Val Pola, che verrà ultimato entro tre anni, prevede il recupero, la bonifica e la ricomposizione fondiaria dell'intera area. Attualmente l'impresa sta scavando per realizzare delle arginature analoghe a quelle già presenti a nord, il materiale recuperato viene trasportato a monte, nella zona del lago, per ripristinare le condizioni esistenti prima del 1987. Oggi l'acqua arriva nel lago per poi scomparire nel bypass, a lavoro terminato scorrerà in superficie, tra le due arginature. Il bypass funzionerà solo in caso di piena. Contemporaneamente, in collaborazione con il Comune di Valdisotto, la Provincia sta lavorando alla ricomposizione fondiaria per fare in modo che i piccoli appezzamenti di proprietà regionale, comunale o dei privati vengano riuniti e restituiti all'agricoltura. "Questo è un aspetto particolarmente qualificante - sottolinea l'assessore Sertori - poiché consente di recuperare l'area sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico che agricolo. Le piantumazioni e le sistemazioni restituiranno all'Alta Valtellina un'ampia zona verde che sarà solcata da una pista ciclabile e pedonale che la renderà fruibile a residenti e turisti".

In vista di una nuova fase dei lavori, prevista per il prossimo mese di marzo, il Prefetto Chiara Marolla ha riunito il Comitato per la Sicurezza durante il quale l'assessore Sertori ha illustrato la necessità di una modifica dell'assetto viabilistico della zona. La questione è stata preliminarmente analizzata e verrà approfondita in successivi incontri.

Nota aggiunta (a proposito di certe critiche)

A proposito di Val Pola. Alla notizia di cui sopra alcuni lettori di Vail.it si sono sentiti in dovere di dire la loro. Normale. Normale anche che si scriva del tutto disinformati, e può anche succedere. Quando poi, come un certo Stefano Pini che scrive dalla Svizzera, oltre ad errare si persevera, si passa il segno.

Di seguito una nota in merito inviata e pubblicata:

A quanti oggi si pronunciano criticamente vorrei ricordare che fummo SOLI, noi al BIM che guidavo, nella durissima battaglia, alla fine vinta, per evitare che nella zona della Val Pola si facesse l'intervento solennemente presentato a Sondrio da una grande impresa nazionale e definito nella spesa dal quotidiano Il Sole - 24 Ore: MILLE MILIARDI (tutto documentato ed anche ripetutamente analizzato e pubblicato).

Se vincemmo fu perché contrapponemmo al mega-progetto un signor progetto, molto, molto più contenuto ma di grande spessore, promosso dal BIM che affidò l'incarico ad una splendida, e anche poco costosa, équipe formata da grandi tecnici.

Forse é bene poi che i critici si informino delle necessità tecniche, compresa la prima e cioè quella relativa al fatto che oggi l'Adda é l'unico fiume al mondo che corre per un tratto in tunnel, con i rischi conseguenti.

A chi evoca il lago di Poschiavo é il caso di ricordare anche la frana del Monte Masuccio il giorno dell'Immacolata del 1807, la formazione del lago, l'esplosione del tappo, e grandi danni conseguenti in città. E magari anche il Mantaro in Perù in data più vicina a noi (25.4.1974), frana che nonostante le dimensioni, 55 volte maggiore della Val Pola, creò un lago con, 44 giorni dopo, il grande disastro. E aktro, ma non ho più spazio...

(alberto frizziero)

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