In Valmalenco il primo Investimento Territoriale Integrato in Italia

Pedrazzi (Lega): “Creare un modello innovativo replicabile e trainante per migliorare la vita delle persone nel massimo rispetto per l’ambiente”

Spriana, 19 novembre. È stato presentato oggi, presso il Palazzetto Polifunzionale di Spriana (So), il primo I.T.I (Investimento Territoriale Integrato) che, partendo da un’area prettamente montana, la Valmalenco, ha tutte le carte in regola per diventare un modello in grado di essere esportato anche in molti altri territori non solo lombardi ma dell’intero Paese. “Si tratta di un progetto a cui sto lavorando da parecchi anni- spiega il consigliere regionale della Lega Simona Pedrazzi, che ha lanciato l’idea occupandosi fin dall’inizio di creare sinergia tra tutti gli attori coinvolti nel progetto.
“Sono nata e cresciuta a Primolo, una piccola frazione del comune di Chiesa Valmalenco a circa 1.300 metri di altitudine e negli anni ho purtroppo assistito ad un suo progressivo spopolamento. Un nucleo suggestivo che negli anni passati ha ospitato e attratto turisti, tra cui moltissimi professionisti facoltosi che qui hanno costruito ville e dimore, ha piano piano intrapreso un cammino discendente, a cui poi il calo demografico ha dato un ulteriore colpo di grazia. Dalla mia esperienza personale e dalla passione che mi lega al territorio, è nata l’idea di far tornare Primolo agli antichi splendori, per attrarre nuovamente turisti e visitatori, per “invogliare” ancora le persone e gli abitanti stessi a credere in un “territorio che vale”. Per fare questo, ovviamente, occorre un grande lavoro di squadra e un’unica e solida regia di portata sovracomunale. Una sinergia che deve necessariamente coinvolgere pubblico e privato per fare in modo di fornire a Primolo e agli altri comuni  della Valmalenco, i servizi che sono fondamentali per il benessere e la salute delle persone, la digitalizzazione dell’intera area, lo sviluppo della cultura e dell’istruzione. Che sappia creare attività e opportunità di lavoro e creare infrastrutture per una mobilità sostenibile. Tutto deve essere pensato in un’ottica di sostenibilità ambientale, intervenendo anche e soprattutto sulla rigenerazione urbana e territoriale.
Partendo da qui, - rimarca Pedrazzi- sarà infatti più semplice creare un modello replicabile e trainante anche verso i territori vicini che permetterà di snellire le procedure di realizzazione. Infine, per quanto riguarda le risorse necessarie, circa il 70% arriveranno da finanze pubbliche: Fondi di Regione Lombardia, Fondi Europei e dal PNRR e il 30% da proventi dei privati.
Come consigliere regionale - conclude Pedrazzi- porterò a breve il progetto all’attenzione dell’Assessore dello Sviluppo Economico di Regione Lombardia, mentre la 'Commissione Speciale Autonomie e riordino Autonomie Locali' del Pirellone l’ha già accolto con molto interesse, come pure ha fatto UNCEM. È stato, inoltre, siglato un accordo di collaborazione tra il consiglio Regionale e l’Università degli Studi di Pavia per uno studio di modelli di sviluppo innovativi per i comuni ed enti territoriali, partendo dal progetto “ In Valmalenco”. Infine, anche il Politecnico di Milano sta sviluppando un master dedicato proprio alla formazione di specialisti che si occuperanno della progettazione per lo sviluppo sostenibile della montagna”.

Ufficio Stampa
Cecilia Casati

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