La strada dello Stelvio protagonista a Bormio

Meno male che l'ha fatta l'ing. Donegani. Oggi si riuscirebbe a vincere opposizioni e quant'altro?

E’ stata una serata interamente dedicata alle antiche vie di comunicazione che conducevano Oltralpe e alla strada dello Stelvio quella che ha avuto luogo lunedì 18 agosto presso la sala conferenze della Banca Popolare di Sondrio. A condurre il numeroso e attento pubblico attraverso un viaggio nella storia del Bormiese sono stati Cristina Pedrana e Rodolfo Ondertoller. I relatori, nel corso della serata, non si sono limitati a trasmettere nozioni ma hanno reso tangibile l’unicità della strada dello Stelvio illustrando i dettagli tecnici della sua costruzione tra il 1820 ed il 1825 e soprattutto le vicende umane ad essa legate nei quasi due secoli da allora trascorsi. Si è parlato delle case cantoniere, del lavoro dei “rotteri”, dell’avvento della prima guerra mondiale e della distruzione che comportò sugli edifici al passo, dei primi movimenti turistici e ancora delle competizioni sportive nazionali e internazionali che hanno scelto lo Stelvio come ambizioso traguardo.
Particolarmente apprezzata è stata la ricca iconografia, con la proiezione di uniche e suggestive immagini d’epoca. La serata, promossa dall’Amministrazione comunale di Bormio, è stata un’occasione per approfondire le conoscenze sulla strada dello Stelvio così da poter ripercorrere il tratto di statale che unisce la Magnifica Terra all’Alto Adige con maggiore consapevolezza. E’ questa una premessa essenziale per la sua tutela e per sua promozione.

Tre anni, e anche meno (5 anni ma compresi i mesi fermi per la neve) per costruire quel capolavoro di strada. Nemmeno l'ing. Donegani fosse vissuto oggi e avesse, oggi, da costruire quella strada ci riuscirebbe nello stesso tempo. Posto, beninteso,  che riuscisse ad averla vinta su critici, oppositori di vario colore, Comitati e quant'altro (ndr). 

Sabina Colturi
Territorio