SCAJOLA, RITORNIAMO AL NUCLEARE. LE IMPRESE SONO PRONTE, BERSANI CAUTO

Non poteva essere più esplicito il discorso di insediamento del nuovo ministro per le attività produttive Claudio Scajola. «Se in questo Paese in breve tempo non facciamo un piano energetico funzionale fra vent'anni si spegne la luce» dice.

Sono ormai diversi anni che le industrie italiane e il mondo della ricerca del nostro paese ha ricominciato a lavorare nel settore. Al punto che davanti allo scenario di un possibile rientro dell'Italia nel giro atomico, un mese fa l'Ad di Enel, Fulvio Conti, ha detto chiaro e tondo: «Siamo pronti».

L'Enel è la capofila del ritorno della grande industria italiana al nucleare. La società guidata da Piero Gnudi è ormai lanciatissima sul fronte internazionale dove sta esplorando la possibilità di espandere la sua già ricca attività nel campo del nucleare. L'obiettivo dichiarato è di arrivare ad una diversificazione su scala internazionale delle fonti di combustibile in cui l'energia atomica sia pari a circa un terzo dell'intera energia prodotta da Enel (circa 100.000 megawatt).

Nel settore della progettazione e della realizzazione di nuovi impianti è attivissima anche l'Ansaldo Nucleare insieme all'Ansaldo Camozzi. Le due società del gruppo Finmeccanica hanno appena ultimato la realizzazione di un secondo reattore nucleare in Romania, a Cernovoda, e ora saranno impegnate nella realizzazione di altri 4 reattori in Cina.

Anche le industrie private hanno cominciato ad affilare le armi in vista di un ritorno italiano all'atomo.

Prima fra tutte A2A, la nuova società nata dalla fusione dell'Aem di Milano con l'Asm di Brescia, guidata da Giuliano Zuccoli. La società lombarda ha affidato ad un gruppo di ricercatori delle università milanesi uno studio di fattibilità su un eventuale ritorno dell'Italia nel settore del nucleare. «Ci siamo già messi al lavoro - spiega Marco Ricotti del Politecnico di Milano - e stiamo prendendo in considerazione l'ipotesi di un presidio nucleare strutturato su almeno 4-6 impianti con una capacità complessiva istallata di 10 o 15mila Megawatt». Dietro l'iniziativa di A2A c'è la pressione dei grandi consumatori di energia elettrica.

Cauto Pierluigi Bersani. «Prima di arrivare a fare delle cifre che abbiano una certa consistenza, occorre stabilire quale sia il percorso che l'Italia sceglie se vuole davvero tornare al nucleare». Primo punto di questa road map è sapere dove mettere le scorie e scegliere il tipo di impianto in cui dovremo conferirle. «Solo dopo aver fatto questa scelta potremo cominciare a discutere in termini reali di costi del nucleare in Italia» dice ancora l'ex-ministro per lo sviluppo economico. «Il resto - conclude Bersani - sono solo delle scorciatoie che rischiano di far allungare la strada. Pensare di rilanciare il nucleare, senza ancora aver risolto gli esiti di quello che abbiamo dismesso è ridicolo. Si rischia di fare più danno che bene».

15 - Federutility

15 - Federutility
Territorio