ARIA INQUINATA IN ALTA QUOTA: DAL MONTE ROSA ALL'ADAMELLO L'ARIA DELLE ALPI SOFFRE PER L'INQUINAMENTO DA TRAFFICO DELLA PIANURA PADANA. “OCCORRE AUMENTARE GLI SFORZI CONTRO L'AUMENTO DEL TRAFFICO STRADALE”

Dalla Val D'Aosta al Friuli Venezia Giulia, continuano anche in agosto le tappe della VI edizione della Carovana delle Alpi la campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ogni anno effettua il “check up” sullo stato di salute dell'ambiente alpino.

Legambiente comunica oggi i dati sulla qualità dell'aria rilevati quest'estate dai propri volontari in diverse località montane e la situazione, sia pure alleviata da una stagione caratterizzata da frequenti passaggi di perturbazioni sull'arco alpino, resta allarmante specie nelle aree più vicine alla metropoli lombarda, in particolare nelle Alpi centrali e nell'Ossola, mentre il quadro è decisamente migliore, rispetto agli anni passati, sulle Dolomiti. Anche quest'anno è l'ozono l'osservato speciale, gas tossico che si genera a causa dell'inquinamento atmosferico prodotto da traffico e industrie i cui effetti però si manifestano in modo accentuato sulla montagna alpina e prealpina. La qualità dell'aria, secondo i dati medi di Legambiente, risulta pessima in località quali Alagna Valsesia (VC) dove si sono registrate concentrazioni di ozono pari a 120,7 microgrammi per metro cubo e in Valgrande (VB) con 121,4 microgrammi/mc. Giudizio cattivo, invece, per Sutrio (101,9µg/mc) in provincia di Udine e per Pontedilegno (BS) sulle Alpi Retiche con 101,2µg/mc. Si respira bene a Cortina (BL), Ortisei (BZ) e in generale nelle località dolomitiche. L'ozono è un gas dannoso per la salute umana ma anche per la vegetazione e le colture agrarie; le sue concentrazioni sono elevate nella stagione estiva in quanto la sua formazione nella bassa atmosfera richiede una forte radiazione solare. Precursori della formazione dell'ozono sono in particolare gli idrocarburi aromatici e gli ossidi d'azoto, tipicamente prodotti dai tubi di scarico di auto e veicoli pesanti oltre che da fabbriche e inceneritori. Una volta formatosi, l'ozono viene trasportato a grande distanza dalle correnti atmosferiche, e i suoi livelli sono spesso molto più alti in aree montane rispetto alle stesse città e alle autostrade che ne sono la principale fonte.

“Purtroppo le valli alpine non hanno difese verso inquinanti che si muovono a lunga distanza e non conoscono confini: quest'anno i livelli più alti di ozono si sono misurati ad Alagna, località ai Piedi del Monte Rosa, il massiccio che domina l'orizzonte della pianura tra Lombardia e Piemonte, e addirittura all'interno di un Parco Nazionale, quello della Val Grande, un'area selvaggia e disabitata che soffre per la vicinanza a città e autostrade della Pianura Padana – dichiara Damiano Di Simine, responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente –. L'unica cura contro questa patologia atmosferica è combattere l'inquinamento dove questo si genera, ma per ciò occorre che lo sforzo delle regioni del Nord Italia sia molto maggiore di quanto abbiamo visto fino ad oggi, e che sia rivolto in primo luogo alla lotta contro l'aumento del traffico stradale”

misure di ozono realizzate dai volontari di Legambiente nella Carovana delle Alpi 2007

Località area Ozono, µg/mc Qualità dell'aria

Limone Piemonte (CN) Alpi Liguri 85,3 mediocre

Susa (TO) Alpi occidentali 77,6 mediocre

Entreves (AO) Alpi occidentali 74,6 mediocre

Alagna Valsesia (VC) Ossola 120,7 pessima

Valgrande (VB) Ossola 121,4 pessima

Pontedilegno (BS) Alpi Retiche 101,2 cattiva

Bormio (SO) Alpi Retiche 87,0 mediocre

Livigno (SO) Alpi Retiche 66,2 mediocre

Ortisei (BZ) Dolomiti 63,5 buona

Alpe di Siusi (BZ) Dolomiti 68,1 buona

Moena (TN) Dolomiti 53,5 buona

Cortina (BL) Dolomiti 52,1 buona

Lusiana (VI) Prealpi Venete 79,6 mediocre

Forni di Sopra (UD) Carnia 79,6 mediocre

Sutrio (UD) Carnia 101,9 cattiva

La tabella riporta i dati medi di concentrazione atmosferica di ozono (O3) rilevati nel mese di luglio 2007. Le misure sono state effettuate utilizzando la tecnica dei campionatori passivi, contenitori di opportuni reagenti esposti all'aria per un periodo predeterminati e successivamente analizzati da un laboratorio specializzato. Pur essendo dati medi, e come tali non direttamente comparabili con le soglie di legge che invece si riferiscono ai valori di picco delle ore centrali della giornata, nei giorni di buona insolazione e calma di vento, è possibile dire che una misura media su base bisettimanale superiore a 70 microgrammi/mc implica una elevata probabilità che vi sia stato almeno un superamento delle soglie di informazione (180 microgrammi/mc), mentre una concentrazione superiore a 120 µg/mc comporta un superamento sistematico della soglia di attenzione e almeno un probabile superamento della soglia di allarme (240 microgrammi/mc). Trattandosi di inquinamento secondario la cui origine (precursori) è in gran parte remota, i livelli di inquinamento sono funzione delle condizioni meteorologiche (correnti dominanti,velocità dei venti, radiazione solare al suolo, ecc.) e altimetriche, oltre che della distanza dalle principali fonti emissive, corrispondenti alle grandi aree urbane e industriali e alle grandi direttrici di trasporto stradale.

Damiano Di Simine (x)

(x) responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente

Damiano Di Simine
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