7 30 34 REFERENDUM ACQUA: 1) DEPOSITATE 1,4 MILIONI DI FIRME IN CASSAZIONE 2) NASCE IL COMITATO ACQUA LIBERA TUTTI PER IL "NO"

1) DEPOSITATE 1,4 MILIONI DI FIRME

Sono state depositate presso la Corte di Cassazione firme per i referendum abrogativi contro il decreto Ronchi e alcune parti della Delega Ambientale. Sulla scia dello slogan "L'acqua è un bene comune che non si deve privatizzare" il comitato organizzatore ha raccolto oltre un milione e quattrocentomila firme. Per i promotori la raccolta è un "record" perché nessun referendum ha raggiunto mai questo livello di adesione.

La parte del leone nella raccolta di firme l'ha fatta la Lombardia, con 236.278 moduli compilati. Al secondo posto il Lazio, con 146.450 sottoscrittori. Fanalino di coda la val d'Aosta, con 835 firme.

Dopo il deposito, i comitati promotori si sono dati appuntamento in piazza Navona a Roma per festeggiare il risultato. C'erano, fra gli altri, Stefano Leoni, presidente del Wwf, padre Alex Zanotelli, Marco Bersani di Attac, Corrado Oddi della Funzione pubblica Cgil, alcuni esponenti dei partiti della sinistra che hanno appoggiato (ma non promosso, precisano gli organizzatori) la raccolta di firme: Prc, Verdi, Sel. Il prossimo appuntamento del 'popolo dell'acqua' è fissato per il prossimo 18 e 19 settembre, con una assemblea nazionale dei movimenti per l'acqua che si terrà probabilmente a Firenze.

2) NASCE IL COMITATO ACQUA LIBERA

Un sito e una presentazione ufficiale per l'associazione Acqua Libera tutti, l'area di "mobilitazione contro i referendum per la nazionalizzazione dei servizi idrici", come recita il blog ricco di contenuti. Dopo il boom della raccolta di firme per i referendum contro la "privatizzazione" dell'acqua, ecco organizzato il popolo del 'no' ai referendum. "Se vincerà il fronte del sì, uno dei risultati inevitabili sarà che gli italiani dovranno pagare una nuova tassa per l'acqua, dal momento che per far fronte agli sprechi e ai necessari investimenti di ammodernamento degli acquedotti servono 60 miliardi di euro".

Il neo comitato Acqua libera tutti, presentato ufficialmente nei giorni scorsi alla Camera, sta raccogliendo adesioni di politici di entrambi gli schieramenti, ricercatori, professionisti e società civile.

Secondo Acqua libera tutti, chi ha firmato contro la privatizzazione dell'acqua, in realtà ha firmato contro la libertà di organizzazione del settore. "Le attuali norme prevedono che, ferma restando la proprietà pubblica dell'acqua, la gestione dei servizi sia affidata tramite procedure di gara trasparenti - spiega Antonio Iannamorelli (Pd), uno dei promotori - Se vincessero i sì, si tornerebbe ad una gestione di sprechi, più imposte ai cittadini e un uso clientelare della cosa pubblica".

"Il comitato per il sì ha fatto una propaganda falsificata, facendo passare un messaggio errato - spiega Benedetto Della Vedova (Pdl), uno degli aderenti ad Acqualiberatutti - Il decreto Ronchi non prevede certo che l'acqua diventi privata. Quello che è in discussione è il servizio di trasporto dell'acqua dalla sorgente al rubinetto, che ha dei costi".

Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche Giuliano Cazzola, altro deputato del Pdl, che ha parlato di una "battaglia difficile" e resa ancora più complicata dal fatto che i referendari hanno veicolato un "messaggio sbagliato". Condivide la battaglia dei referendari per il 'no' anche la deputata dell'Udc Anna Teresa Formisano e Franco Bassanini, ex ministro e Presidente della Cassa depositi e prestiti.

Tra i contenuti del blog la sezione "scopri la bufala", una raccolta di contenuti a cura dei comitati referendari ritenuti falsi e fuorvianti, come nel caso degli alti costi delle nostre tariffe idriche. Riportando i dati diffusi da Roberto Passino, presidente del Conviri in occasione della Relazione annuale al Parlamento, Acqua libera tutti svela che i livelli tariffari italiani sono ben al di sotto di quelli di qualsiasi altro paese europeo e che la gestione pubblica - sempre a partire dagli stessi dati - non assicura affatto di per sé le tariffe più contenute.

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