Il culatello dell'Iperal e la politica

Qualche giorno fa (8 marzo) abbiamo pubblicato un articolo dal titolo “Il culatello dell'Iperal si vergogna?”, indirizzo in calce (x).  Era un voler trattare in modo scherzoso la segnalazione fattaci da un lettore, e da noi verificata anche con foto varie di cui una pubblicata, di una diversità di trattamento tra culatello e altri salumi. Su questi erano stati messi lodevolmente cartellini del prezzo per grandezza visibili anche ai quasi ciechi. Le buste del culatello avevano sì, ovviamente, il talloncino con peso, prezzo al kg, prezzo per la cassa, di scarsa visibilità in quanto di piccolo carattere, ma non quelli di maggiori dimensione. Dato che il prezzo era ed è di 80,30 €uro al kg ossia 154.988 vecchie lire è venuto spontaneo formulare questa domanda “Come mai questo diverso trattamento? Che sia perchè il culatello si vergogna della cifra?”. Cifra peraltro congrua e che quindi non abbiamo contestato visto con chi avevamo a che fare e cioè con Sua Maestà il Culatello.
Avevamo concluso “ci si augura che il responsabile di reparto provveda a sanare questa 'dimenticanza' stampando il cartellino del prezzo anche per il culatello. Interesse dei clienti ma più ancora dello stesso Iperal”.
Cosa è successo? Che un soggetto presente in 7 province con 34 punti vendita, di varie caratteristiche e dimensioni, con quasi 2000 dipendenti, raccogliesse la microscopica segnalazione di un giornale locale poteva sembrare una posizione da fantacommercio e invece, la foto lo dimostra, la segnalazione è stata colta e conseguentemente si è riparato. La freccia nella foto dimostra che il culatello, pur con diverso prezzo, ha il suo talloncino così come gli altri salumi.

Siamo tornati sull'argomento per una ragione che va oltre l'argomento, ossia la logica del contesto e quindi la tempestività degli interventi. Il terzo millennio è quello della velocità; basta vedere il settore borsistico nel quale può anche capitare che in un fiat il milionario diventi poveraccio o che il poveraccio diventi milionario. Se ci si ricorda di quella scritta vecchissima che campeggiava su un muro di Sondrio, ovvero "Chi si ferma è perduto" oggi c'è da dire che non basta più. Occorre non solo innovare ma innovare velocemente per cui ovunque una squadra esista deve essere abituata alla velocità oltre che, nel limiti del possibile all'esplorare i futuribili.
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Tutto questo su un piatto della bilancia.
Sull'altro la Pubblica Amministrazione dove talvolta velocità e buon senso sembrano un delitto. Subito un esempio.

Caserta. Il nuovo direttore, Mauro Felicori, è un bolognese 63enne, laureato con lode in filosofia e specializzato poi in Economia della cultura e politiche culturali e con un curriculum da pesi massimi, scelto da un bando internazionale che ha portato 20 nuovi direttori dei principali Musei italiani. E' evidentemente un patito della velocità, visto che si è buttato a pesce nel nuovo incarico per dare alla Reggia di Caserta il lustro che merita tenendo conto che per certi aspetti, è ben altro che Versailles.
Pazzia. Un Direttore che lavora sino alle 21.30! Pazzia, almeno secondo i sindacati. Questa volta però c'è stata una novità e cioè persino quella della Camusso che ha levato il pollice verso nei confronti dei contestatori. Prosegua il Direttore. La velocità è essenziale.

Salerno- Reggio Calabria. Qualche tempo fa, partiti da Reggio Calabria in circa 250 km (su quasi il doppio per arrivare a Salerno), sino a Castrovillari, abbiamo contato 26 cantieri, alcuni anche di 3 o 4 km. Ovviamente in tutti questi cantieri la carreggiata si restringeva diventando le due corsie una sola. Quello che aveva colpito era che in quasi tutti non si vedeva un operaio lavorare. Renzi si è fatto ridere dietro da tutta la stampa internazionale perchè ha detto che il 22 dicembre vuol fare l'inaugurazione. E invece può darsi che ce la faccia, assumendo la velocità come patrona. In tutti i campi, non solo nell'esempio dell'Iperal. A Sondrio oltre 30  anni fa la condizione per poter usare oltre 7 miliardi di vecchie lire per realizzare il Palazzo di Giustizia, con un tourbillon che riguardava sei palazzi era che fosse realizzata una scuola, il Besta, in otto mesi. Impossibile. Non c'era una persona sola che lo ritenesse possibile con i più ottimisti che parlavano di un anno e qualche mese. in base a quel concetto di velocità in sette mesi e 20 giorni la Scuola, non in prefabbricato ma in edilizia tradizionale, era pronta a ricevere gli studenti, 24 aule, ed era costata meno del previsto. Quando alla qualità ancor oggi la si vede.

Valassina (SS36). Il primo tratto di 7 km da Monza, complicato per il numero di aziende che hanno continuato a lavorare durante i lavori nonché per sottoservizi e elettrodotti, fu completato in circa un anno e mezzo. I successivi 7 km, con strozzatura una corsia delle due esistenti con ineliminabili pesantissime code, nonostante le minori difficoltà rispetto alla precedente tratta di cui sopra, fu completato in circa sette anni. Quale era stata la differenza?  Polemiche a parte l'allora nuovo Ministro dei LL.PP. aveva dichiarato appena assunta la carica di voler procedere da lombardo e dunque con efficienza lombarda. E fu così ma non solo per la Valassina - SS36. Velocità elevatissima infatti anche per la Strada della Rinascita per la quale aveva compiuto un rastrellamento di tutti residui per arrivare ao 600 miliardi necessari. Il Ministro alla posa della prima pietra a Le Prese impose il lavoro su tre turni e cioè anche di notte. Il risultato fu che per primo Cariboni concluse il suo lotto in anticipo sui tempi addirittura con la proposta di un semplice raccordo con la vecchia SS38 che avrebbe reso praticabile il nuovo tratto. Sbagliando non si colse la proposta e per anni non se ne fece nulla.  C'era stata grande velocità ma poi arrivò tangentopoli. Non ci furono problemi giudiziari ma economici in quanto l'ANAS smise di pagare nonostante che non ci fossero problemi per una ragione semplice. Con tutte le inchieste che c'erano nessuno voleva più firmare. I lavori diminuirono fino a cessare del tutto per riprendere poi quando le imprese ebbero i primi, rilevanti, accrediti. La perdita di velocità, si dimostra che comporta costi e disagi per i cittadini.

Fusine, Torre, Sondalo. Date della calamità del 1987: 18 luglio il primo round, il 28 il secondo con l'immane frana assassina. Il 3 agosto a Roma vengono stanziati i fondi. il 23 dicembre (qualche giorno dopo a Sondalo) dello stesso anno vengono consegnate le case costruite in poco più di due mesi. La velocità: non solo case costruite a tempo di record ma qualità riscontrabile ancora oggi dopo oltre 28 anni e costi inferiori a quelli di mercato. In Italia ci sono ancora tanti terremotati nei container. Eppure in questi  casi la velocità è importantissima (basterebbe che venissero in Valtellina e ci copiassero...)

Velocità ma con quel che segue. Abbiamo ripetutamente scritto che per chi ruba nella o alla Pubblica Amministrazione la legge italiana non va bene. Occorrerebbe quella araba del taglio cominciando con le mani e tanto più severa quanto più elevato sia il rango del malandrino. Senza distinzioni come invece si è soliti fare adesso. Da qualche tempo infatti la legge ha tolto ai 'politici' la competenza in fatto di appalti, di gare, di forniture affidando il tutti a funzionari e dipendenti. Guarda un po' il mercimonio non è cessato, anzi, eppure nell'immagine collettiva pare sia rimasta la convinzione che i malandrini siano i politici. Ultimo caso, quello ANAS di ieri. 19 gli accusati, un politico e 18 non politici. Di che tenore titoli e articoli? Del politico quando invece non dovrebbe esserci nessuna distinzione. Il taglio delle mani deve essere, come dice la legge, 'uguale per tutti'.
Torniamo alla 'velocità'. Il culatello dell'Iperal è servito, offrendo lo spunto per queste osservazioni. Il compito che attende chi va ad occuparsi oggi della cosa pubblica è di sapersi adeguare a quello che oggi serve, l'agire in tempo reale.

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(x)  http://www.gazzettadisondrio.it/angolo-delle-idee/08032016/culatello-del...

 

Alberto Frizziero
Editoriali